La didattica a distanza: pro e contro

Chi di voi, in questo periodo, non si è visto costretto ad affrontare la DAD, o DIDATTICA A DISTANZA?

Quante di voi hanno dovuto mettere da parte il proprio lavoro, fare ricorso a strumenti tecnologici extra ed improvvisarsi insegnante di sostegno?

In questo articolo analizzeremo questo nuovo metodo di didattica dal punto di vista di noi genitori, degli insegnanti e degli alunni, cercando di comprenderne gli aspetti positivi e negativi.

LA FILASTROCC DELLA DAD

“Io butterò via la mascherina

per ritornare com’ero prima:

un unicorno, un nero pirata,

un buffo micio, una dolce fata.

Alla distanza farò uno scherzo,

lanciando abbracci di sguardi all’aperto,

e con collane di stelle filanti

sarò di nuovo un bambino fra tanti.

Mangerò fritti cotti con cura,

senza minestre e senza verdura,

e con il gel per pulire le mani

riempirò dolci fino a domani.

Il Carnevale è tempo di gioia

e la pandemia mi è venuta a noia:

che l’anno prossimo le regole amare

sian solo coriandoli da calpestare!”

Quanti dei vostri figli, questo Carnevale, hanno recitato a scuola questa filastrocca di Michela Guidi?

Non voglio tornare sull’argomento carnevale di cui si è già abbondantemente discusso in questo articolo, ma voglio prendere spunto da questo piccolo brano per affrontare questo argomento che sta molto a cuore a tutti noi in questo periodo, in particolar modo a noi mamme.

COS’E’ LA DIDATTICA A DISTANZA

La didattica a distanza (anche indicata con l’acronimo DAD) è una forma di didattica che avviene senza la presenza degli insegnanti e degli studenti in aula, avvalendosi di strumenti online, come le piattaforme digitali Zoom, Skype, Google Meet ed altri.

Questa forma di didattica consente una comunicazione diretta tra il docente e gli alunni e non richiede un grande lavoro preparatorio ma soffre di problemi legati alla connessione internet. Ogni partecipante deve essere munito di un pc, microfono e webcam e la qualità della lezione è strettamente legata alla qualità delle attrezzature.

la didattica a distanza

LA DIDATTICA A DISTANZA E GLI INSEGNANTI

Un anno fa, quando ci siamo ritrovati nel bel mezzo di una pandemia, nessuno si aspettava di vivere una situazione del genere, tanto meno gli insegnanti dei nostri figli, che si sono visti catapultati, alcuni anche non proprio giovanissimi, a dover fare i conti violentemente ed improvvisamente con l’era digitale.

Connessioni altalenanti, figli pronti a tramutarsi in tecnici informatici, adattamenti a programmi scolastici…

C’è da riconoscere, però, che dall’improvvisazione strampalata dell’anno scorso (ho ancora i brividi se penso a Padlet!) siamo passati ad una maggiore organizzazione e preparazione da parte della classe docente ( o almeno di quella che insegna ai miei figli).

Parte dell’istruzione secondaria, al contrario della primaria che ha iniziato da poco, ha avuto a che fare con la DAD già da alcuni mesi.

I DPCM scorsi hanno ritenuto che, dalla seconda media, i ragazzini fossero capaci di sostenere le lezioni a distanza, così come, invece, alcune regioni hanno deciso di applicare questo metodo a tutti, anche ai bambini della primaria, e chiudere completamente.

LA DIDATTICA A DISTANZA E I GENITORI

Chi tra noi genitori ama la DAD, alzi la mano!

Ok, non vi accalcate, uno alla volta..!!

Scherzi a parte, così come lo Smart working si è rivelata una notevole soluzione per molti lavoratori, con i suoi pro e i suoi contro, anche il fatto di dover fronteggiare lavoro da casa e figlio  alle prese con la didattica a distanza, non è per niente semplice.

Personalmente faccio parte di quella fetta di genitori i cui figli sono autonomi ed indipendenti, pur frequentando le elementari.

Io e mio marito ci siamo organizzati egregiamente, alternando giornate in ufficio a giornate a casa.

Ma non tutti, però, sono così fortunati.

Conosco una gran fetta di genitori che hanno accusato il colpo della chiusura totale della scuola.

Si sono dovuti attrezzare acquistando strumenti informatici non previsti (io stessa), organizzandosi selvaggiamente con un lavoro che non gli consente di stare a casa, improvvisandosi insegnanti di sostegno per i propri figli non propriamente autonomi.

la didattica a distanza

LA DIDATTICA A DISTANZA E GLI ALUNNI

Ma i nostri ragazzi, come si trovano con la Dad?

Contrariamente a quanto si possa credere e cioè che non abbiano voglia di andare a scuola, vedere gli insegnanti, interagire con il sistema scolastico ecc, i nostri figli sono la categoria più danneggiata da questa didattica d’eccezione!

La chiacchierata con il compagno di banco è stata sostituita da un saluto sulla chat di Meet, il confronto educativo (sgridata stessa) con l’insegnante, è stato sostituito da un ” mi sentite tutti?”…

Il programma scolastico stesso non può di sicuro essere svolto in maniera integrale al pari di quello svolto in presenza.

Le strette di mano, gli abbracci, lo scambio di figurine, la merenda insieme, le scorrazzate in giardino, sono ormai un lontano ricordo…

la didattica a distanza

CONCLUSIONE: DAD, SCUOLA DEL FUTURO O EMERGENZA?

Non si può certo negare che la DAD si sia verificata una soluzione valida per affrontare l’emergenza mondiale a cui siamo sottoposti.

Chi più e chi meno, categorie di insegnanti, alunni e genitori, hanno formato una cordata di collaborazione, una rete di sostegno di interesse comune che ha garantito la “sopravvivenza” della didattica, anche in una situazione di estrema e paradossale emergenza mondiale.

Dunque facciamoci i complimenti e congratuliamoci con noi insegnanti, noi genitori e noi alunni per il lavoro che stiamo svolgendo!

Ma la didattica a distanza può rappresentare il futuro?

La distanza può sostituire gli abbracci?

Darwin sosteneva che non è la specie più forte o più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta più facilmente al cambiamento. Ed è proprio quello che, la maggior parte di noi,sta facendo: adattarsi al cambiamento, adeguarsi alla situazione seppur spiacevole, per istinto di sopravvivenza che tanto arricchisce la specie vivente.

Ma da qui a dire che questa situazione ci piace e che la vorremmo per i prossimi anni o per tutta la vita, ce ne passa…non trovate??

Speranza

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